© Valeria Catania
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Valeria Catania ci conduce in un luogo silente, raffinato, fatto di volti o per essere più precisi di profili che si ripetono, sembrerebbe, all’infinito. I mezzi usati dall’artista sono pochi e potremmo dire non convenzionali: il plexiglass, l’alluminio, il colore (quando c’è) spesso fluorescente, elaborato in funzione della luce e degli effetti tipici del chiaro/scuro. I lavori di Catania, infatti, si animano mediante particolari illuminazioni che conferiscono all’immagine bidimensionale una struttura plastica, che rimanda per certi virtuosismi all’arte cinetica. Alcuni lavori, allestiti in sospensione, sembrano librarsi tra energia e massa cambiando continuamente la percezione dello spazio.
Le ombre che si stagliano sulla parete, le forme che mutano a seconda del tipo di luce che le colpisce, attribuiscono alle opere un senso di mutevolezza, di cambiamento perpetuo. Dunque l’opera che vediamo non sarà così per sempre – sembra suggerirci l’artista – il suo aspetto si fa continuamente cangiante diventando altro e altro ancora.

Dicevamo che il soggetto privilegiato da Catania è il volto femminile che si riduce in un profilo dalla linea semplice e stereotipata, inciso sulla tela e spesso congelato in una calata di vernice materica binaca. Un volto che non ha identità e per questo viene replicato trasformandosi sempre in qualcosa di diverso, vuoi per l’uso della luce di cui parlavamo sopra, controllata fino ad un certo punto dall’artista, vuoi per le immagini che creano la ripetizione di questi profili atti a diventare ora una belllisima rosa, ora un ingranaggio, ora un punto di domanda. Si, perché catania si pone alcuni importanti quesiti che rimanda al pubblico attraverso il suo lavoro. Qula sia la vera identità di una persona, la sua natura (non quella fisica, piuttosto parlerei di animo umano), è fra queste. Il lavoro di Catania è strutturato su una correlazione tra lostato emozionale, la vita quotidiana e la realtà sensoriale. Quello che colpisce è il modo, quasi sussurrato, con cui l’artista riesce a realizzare questo percorso sentimentale.
Giorgia Calò




Legami, 2012
Argento, 60x60 cm

Incastro, 2012
Tecnica mista, alluminio e rame, 60x60 cm

Illuminat…@...mente, 2013
Tecnica mista, alluminio e rame, 80x80 cm

Illuminat…@...mente, 2013
Tecnica mista, alluminio e rame, 80x80 cm

Misterios…@...mente, 2015
Tecnica mista, alluminio e rame, 80x80 cm

Misterios…@...mente, 2015
Tecnica mista, alluminio e rame, 80x80 cm